Oggi la giornalista ha comunicato sui suoi canali social l’intenzione di intraprendere nuove sfide e detto addio, con eleganza, alla testata di Travaglio.
Nessuno screzio, nessun dissapore, questo Selvaggia Lucarelli ci tiene a specificarlo. Con la trasparenza che la contraddistingue, Selvaggia Lucarelli si rende ufficio stampa di sé stessa e comunica tramite i suoi profili social l’addio a Il Fatto Quotidiano, testata giornalistica di cui è stata per anni una delle penne di punta.
“Nessuno strappo, solo il mio desiderio di accettare sfide più audaci,” ribadisce Selvaggia nel suo lungo post Facebook. La giornalista saluta e ringrazia con stile, facendo il nome di Marco Travaglio cui va il suo maggior ringraziamento e tutti gli altri colleghi che definisce talentuosi.
Così facendo Selvaggia Lucarelli mette a tacere le malelingue, che già biforcute avevano iniziato nei giorni scorsi a gettare ombre sulla vicenda. Dopo alcune indiscrezioni lanciate dal sito internet Dagospia, la Lucarelli ha preferito correre ai ripari e mettere le cose in chiaro.
L’annuncio sui social
Per farlo Selvaggia si è servita del suo strumento preferito, i social, e ha raccontato la sua verità . “Non sono più una giornalista del Fatto,” ha scritto così, nero su bianco. Un annuncio serio, senza fronzoli né orpelli. In stile, leggete e sappiatene tutti.
Selvaggia Lucarelli non si nasconde certo dietro un dito. E ancora una volta ha dimostrato di che pasta è fatta: se avete qualche pettegolezzo da fare a riguardo, ditelo prima a me.
E con sagacia conclude: “Se voi che state leggendo non vi fidate e credete ad un’altra matrice dell’addio, naturalmente potete richiedere le 100 000 righe di mio stampato al Fatto.”
All’autore i diritti e gli onori, insomma. Selvaggia Lucarelli chiude con una tecnica narrativa sapiente e novecentesca, si fa narratore onnisciente della propria storia. E tira in ballo la captatio benevolentiae del lettore. Ma già sa che il suo lettore le crederà per forza, e così mette a tacere tutti con la sua penna più forte di una spada.
Se non è geniale, questo. Poi un saluto con il cappello svolazzante, quell’elegante: “A presto, altrove” che lascia ben poco da commentare e tutte le porte aperte al futuro e alle nuove sfide che verranno.